Si è rivolto al nostro studio un imprenditore che aveva depositato in precedenza il proprio marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti, il quale ci ha sottoposto una lettera, ricevuta tramite posta, con cui terzi gli intimavano il pagamento entro sette giorni di una somma superiore ad € 600,00 come condizione necessaria affinché la sua domanda di registrazione andasse a buon fine.
L’imprenditore in buona fede era quasi caduto nel tranello, ma per fortuna ha avuto la lucidità di rivolgersi ad un professionista e il tentativo di truffa è stato svelato.
Effettivamente una persona non esperta sarebbe potuta cadere nel tranello, in quanto la lettera che ci è stata mostrata contiene una serie di elementi circostanziati tali da indurre in errore il malcapitato in buona fede che è in attesa di notizie dall’Ufficio presso il quale ha depositato la domanda di registrazione del proprio marchio.
Nella suddetta richiesta di pagamento, infatti, il truffatore ha usato nell’intestazione una serie di parole dal tono istituzionale del tipo “Ufficio della Proprietà Industriale con sede in Roma”, ecc., che naturalmente non corrisponde ad alcun Ufficio competente, con il sol fine di far apparire ufficiale la richiesta di pagamento.
Con la stessa intenzione il truffatore ha poi riportato nella richiesta di pagamento: la riproduzione del marchio depositato, la data effettiva del deposito, la classe di Nizza indicata nella domanda, il numero di deposito, il soggetto richiedente, ecc.
Insomma ha utilizzato, oltre ad un’intestazione fittizia, ma dal tono istituzionale, una serie di dati reali ed effettivi della domanda di registrazione del marchio in modo da far apparire “ufficiale”, cioè proveniente dall’ufficio ove è stato depositato il marchio, la richiesta di pagamento per il completamento dell’iter di registrazione.
Ora, mentre gli addetti ai lavori sanno bene che i suddetti dati (immagine del marchio depositato, data e numero del deposito, classe di Nizza, richiedente, ecc.) sono pubblici, perché pubblicati nella banca dati dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti, un imprenditore in buona fede potrebbe essere tratto in inganno leggendo questi dati ufficiali e potrebbe erroneamente riconoscere affidabilità al mittente della comunicazione/richiesta di pagamento.
Il nostro consiglio, pertanto, è quello di rivolgersi sempre ad un avvocato o ad un consulente in materia di proprietà industriale iscritto all’albo nel caso in cui si dovesse ricevere una richiesta di pagamento relativa ad una domanda di registrazione del marchio già depositata.
Si segnala, inoltre, che se ci si è affidati ad un professionista per la redazione ed il deposito della domanda di registrazione del marchio, tutte le comunicazioni ufficiali degli uffici riceventi la domanda saranno indirizzate presso il domicilio del professionista e, pertanto, se si dovesse ricevere una comunicazione presso il proprio domicilio la stessa sarebbe già quanto meno sospetta.